STANDARDS OMS PER L’EDUCAZIONE SESSUALE IN EUROPA, CHI LI HA REDATTI?

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Chi ha avuto modo di leggere gli Standars per l’Educazione Sessuale in Europa può essere rimasto sconcertato di fronte al fatto che a bambini di 0-4 anni vengano proposti argomenti come gioia e piacere nel toccare il proprio corpo, masturbazione infantile precoce, esprimere i propri bisogni, desideri e limiti ad esempio nel “gioco del dottore”, il diritto di esplorare le identità di genere; che a quelli nella fascia d’ età 4-6 si parli di basi della riproduzione umana, scoperta del proprio corpo e dei propri genitali, argomenti inerenti la sessualità, amicizia e amore verso persone dello stesso sesso, relazioni con persone dello stesso sesso; che dai 6 ai 9 si affrontino le basi della contraccezione, i diversi metodi contraccettivi, gioia e piacere nel toccare il proprio corpo (masturbazione/auto-stimolazione), la prima esperienza sessuale. “Non meno sconcertante il fatto che i genitori – per quanto informati e addirittura competenti, possano di fatto essere – vengano definiti come fonte informale di educazione sessuale, vale a dire inappellabilmente esautorati di fronte all’autorevolezza di altre fonti definite “formali”, tra le quali la scuola, contravvenendo, tra l’altro alla dichiarazione Universale dei Diritti dell’uomo all’art. 26, terzo punto (http://www.un.org/en/documents/udhr/index.shtml#a26).

Non è senza pregio, quindi, cercare di capire quale autorevolezza realmente abbiano gli esperti che hanno redatto tali Standard per l’educazione sessuale.
Se lo è chiesto Il Sussidiario in un articolo apparso il 30 dicembre 2013 (http://www.ilsussidiario.net/News/Educazione/2013/12/30/SCUOLA-L-educazione-dei-nostri-figli-Ci-pensa-un-consultorio-abortista-finlandese/455450/) e del quale proponiamo qui un riassunto.

Si tratta di 19 persone di 11 dei 53 Paesi che compongono il bacino di riferimento (l’Eurasia) con a capo Dan Apter, un finlandese che risulta capo-medico di un consultorio abortista finlandese presso il quale lavorano tre medici, dei quali Apter è, appunto, il capo. 17 degli altri 18 sono “personaggi del tutto analoghi per passato, convinzioni e spessore”. L’autorevolezza di un esperto normalmente si giudica sul ruolo che riveste e sulle pubblicazioni scientifiche che portano la sua firma ma, da quanto è dato capire, sembra che nessuno del team che ha redatto gli Standards, possa vantare un curriculum di prestigio. Delle due inglesi, ad esempio, una appartiene all’ufficio contraccettivi dell’equivalente di una USL italiana e l’altra ad un forum di educazione sessuale.
Ciò che lega queste persone è l’Ippf-En, ossia l’International Planned Parenthood Foundation-European Network, le cui attività specifiche sono la pianificazione familiare, l’aborto e la contraccezione, come si può rilevare dal sito www.ippf.org. Questa organizzazione, che viene citata molte volte a piè di pagina tra le fonti degli Standard, “è il trait d’union che, in modo palese o occulto, lega tutti, ma proprio tutti, i 19 predetti «esperti»”.

Ma veniamo agli enti che hanno patrocinato il documento.
Esso è stato redatto a cura del BzgA, ossia il Centro Federale per l’Educazione alla Salute, un organo del ministero della salute tedesco, che diffonde cultura sanitaria ma in sostanza non è un ente medico.
Quanto all’OMS, lascia attoniti apprendere che il documento “non figura – sottolinea l’articolo – tra le pubblicazioni ufficiali dell’Oms-Europa né dell’Oms come ente Onu centrale” e il logo dell’OMS è stato ottenuto “solo grazie all’attività di una singola persona, tale Gunta Lazdane, Regional Advider Sexual and Reproductive Health Noncommunicable diseases and life-course presso l’Ufficio europeo dell’Oms”. Va peraltro detto che nemmeno l’OMS è un ente medico ma si compone, “in sede deliberante, di un rappresentante politico per ogni stato membro: esso, dunque, vota a maggioranza e non secondo scienza”.

Che considerazioni si possono formulare a questo punto?
– L’appartenenza dei collaboratori di questo progetto in massima parte al nord dell’Europa rende lo staff poco rappresentativo dell’intera area Eurasiatica, nella quale gli stili di vita e i valori di riferimento variano sensibilmente da nord a sud, così come da est a ovest.
– Il fatto che tutti i membri dello staff siano legati in qualche modo a una stessa organizzazione (l’ippf), che si occupa fondamentalmente della cosiddetta salute riproduttiva, lascia spazio a un sospetto di mancato contraddittorio con realtà diverse.
– La scarsa autorevolezza scientifica dei membri di questo staff si commenta da sola. Lasciare l’educazione di un intero continente in mano a degli sconosciuti è di per sé una cosa preoccupante, dimenticare che in Europa esistono qualificati esperti dell’età evolutiva è inquietante.